È stato condannato in primo grado di giudizio a 7 anni e 2 mesi di reclusione l’uomo che nell’agosto 2021 commise una violenza sessuale nei confronti di una donna conosciuta durante una serata trascorsa in un bar di un centro storico del Valdarno aretino. Già nella scorsa estate l’uomo era stato identificato e arrestato nel giro di meno di 24 ore dai carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno: i fatti risalgono a una notte di piena estate, quando intorno alle 1:30 alla centrale operativa arriva la telefonata di una donna che, ancora fortemente scossa, segnala di aver sentito delle grida di aiuto provenire dall’abitazione di una vicina.
Subito sono stati attivati i soccorsi che giunti sul luogo della segnalazione si erano trovati davanti allo scenario di una violenza sessuale. Attraverso le dichiarazioni di alcuni testimoni e della vittima, le forze dell’ordine avevano ricostruito il quadro degli eventi: il giorno prima la donna aveva trascorso la serata in un bar del centro storico dove aveva conosciuto un giovane. I due passano la serata a parlare, fanno tardi e la donna accortasi dell’ora decide di far rientro a casa, distante solo poche centinaia di metri dal locale.
Una volta giunta davanti alla porta della propria abitazione, la terribile sorpresa: di fronte alla donna si presenta proprio l’uomo conosciuto poco prima che con la forza la costringe a entrare in casa e a consumare un rapporto sessuale, nonostante le grida della vittima e le ripetute richieste di aiuto e i tentativi di divincolarsi. Solo una volta sorpreso in flagranza da alcuni passanti, insospettiti dalle grida di aiuto della donna e dai rumori di colluttazione provenienti dall’abitazione, l’uomo si era frettolosamente rivestito e dato precipitosamente alla fuga a piedi.
Affidata la vittima alle cure dei sanitari, i carabinieri della compagnia di San Giovanni hanno immediatamente dato il via alle indagini incentrando fin da subito le ricerche su un soggetto noto agli investigatori, corrispondente al profilo del colpevole sia per la descrizione che dei precedenti analoghi di polizia. Inizialmente le ricerche dell’uomo dettero esito negativo in quanto non venne trovato a casa né, pur essendo le prime ore del mattino, presso il luogo di lavoro. Nel frattempo, i carabinieri – coadiuvati anche dalla polizia municipale del luogo – hanno portato avanti l’analisi delle telecamere private e comunali posizionate lungo l’itinerario che congiunge il bar all’abitazione della vittima.
Un lungo lavoro di “azzeramento” come si definisce in gergo quello effettuato dai carabinieri con i filmati che ha permesso di stabilire come la donna, mentre stava rincasando, era stata colpita da un malore e che ad aiutarla a tornare alla propria abitazione era stato l’uomo con cui aveva appena trascorso la serata e che, di lì a poco, sarebbe diventato purtroppo il suo aggressore. Identificato definitivamente, la ricerca del giovane ha visto coinvolte in un sforzo congiunto tutta l’Arma valdarnese, compresi i carabinieri forestali. Alla fine i militari sono riusciti a localizzarlo, presso l’abitazione di un conoscente, risultato completamente all’oscuro dell’accaduto, ponendolo a fermo di indiziato di delitto. Meno di un anno dopo, con la condanna in primo grado ad oltre 7 anni di carcere, si è giunti ad un primo punto fermo di questa terribile vicenda.