Nuovo colpo da parte dei carabinieri per contrastare l’ormai diffuso fenomeno delle truffe online. Sono due gli episodi più recenti registrati, conclusi con due indagini-lampo da parte dei militari dell’Arma in servizio alla stazione di Loro Ciuffenna e a quella di Bucine. Il primo caso rientra in uno dei “classici” modus operandi di questo tipo di truffe: la pubblicazione in vendita di un oggetto su una piattaforma online ad un prezzo particolarmente vantaggioso.
Al centro della compravendita fasulla una popolare consolle per videogiochi: sono stati i carabinieri di Loro a smascherare il circuito truffaldino creato da due soggetti originari del brindisino. Dopo una serie di accurati accertamenti elettronici e bancari, gli investigatori hanno ricostruito come i due indagati dopo aver preso contatti con la vittima di turno, fossero riusciti a convincerla ad accreditare la somma pattuita su una carta prepagata, salvo poi sparire nel nulla prendendosi i soldi e senza consegnare ovviamente la consolle. Fortunatamente non sono riusciti a farla franca, venendo così denunciati all’autorità giudiziaria.
I carabinieri di Bucine, invece, hanno fatto luce su una truffa nata sì online, ma con risvolti differenti. Stavolta il tutto si è consumato su uno dei più popolari social network dove la parte offesa ha conosciuto un uomo, l’odierno indagato, instaurando quello che sembrava essere un rapporto di fiducia e di amicizia. Una confidenza di cui il soggetto, con diversi precedenti di polizia alle spalle, si è subito approfittato, inventando letteralmente delle disgrazie e delle sopravvenute esigenze economiche in realtà mai effettivamente verificatesi e raccontandole alla vittima, inducendola così in compassione. Col passare dei mesi, i carabinieri hanno accertato che la donna è stata indotta a consegnare al truffatore svariate migliaia di euro. Finché, una volta realizzato di essere stata ignobilmente raggirata, ha deciso di segnalare i fatti. Anche in questo caso, gli accertamenti elettronici e bancari hanno portato all’identificazione del malfattore, ed al suo deferimento in stato di libertà alla Procura di Arezzo.