È stato un Primo maggio all’insegna del diritto al lavoro e alla difesa dell’occupazione quello che si è celebrato questo pomeriggio a Terranuova Bracciolini, con una cerimonia che ha visto coinvolti i dipendenti dello stabilimento Fimer. Come preannunciato, a causa del maltempo, la manifestazione si è tenuta all’interno della sala consiliare terranuovese alla presenza dei rappresentanti delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uilm, una rappresentanza dell’azienda GKN, i sindaci del Valdarno e il consigliere regionale per il lavoro e le crisi aziendali del presidente Giani, Valerio Fabiani.
L’iniziativa arriva a due giorni dall’ultimatum dato dal Tribunale di Arezzo: l’azienda ha tempo fino al 3 maggio per accogliere quella che di fatto è l’unica proposta ritenuta percorribile dal giudice per il rilevamento della fabbrica con le necessarie garanzie finanziarie, ovvero quella riconducibile al fondo legato a McLaren. Questo è quanto hanno sottolineato quest’oggi sindacati e istituzioni, ribadendo la necessità di procedere in tempi rapidi alla conclusione delle trattative per consentire la continuità di lavoro al sito industriale di Terranuova e la sicurezza dell’occupazione ai 280 dipendenti, a cui si aggiungono quelli dell’indotto.
Nel caso non si trovasse un accordo, il rischio concreto è quello di incorrere nel fallimento dello stabilimento, un “paradosso” come lo hanno definito i sindacati tenendo conto del portafoglio clienti e del mercato su cui si incentra la produzione della fabbrica, quello degli inverter solari e dell’energia sostenibile. Un rischio che per il consigliere Fabiani “ha un nome e un cognome, che è quello della famiglia Carzaniga, che a questo punto si dovrà prendere tutte le responsabilità. Si rischia di mettere in ginocchio un’azienda che ha prospettive e che è un simbolo di innovazione e competitività. Penso che noi non dovremo consentirlo”.