Un volume dedicato ad un simbolo di tutti i caduti della Grande Guerra. In occasione dei cento anni del Milite Ignoto, il Mine di Cavriglia ha pubblicato un libro sulla sua figura dal titolo ‘Nessuna Croce Manca – L’epopea del Milite Ignoto’, ancora disponibile presso il museo.
Il libro, scritto da Silvia Fineschi, Roberto Reali, Adalberto Scarlino, Antonella Fineschi e Paola Bertoncini (edito da Settore8), ripercorre pagina dopo pagina il periodo dal 1921 al 1926 attraverso intrecci tra la storia nazionale italiana e quella locale valdarnese andando a toccare racconti di prigionieri di guerra, le vicende delle famiglie dei caduti e le iniziative politiche di quegli anni. Nel 1921 le spoglie di un soldato sconosciuto, scelto casualmente da una donna di nome Maria Bergamas, divennero il Milite Ignoto, simbolo dell’Italia e del sacrificio di un’intera generazione caduta durante il conflitto mondiale.
Cento anni dopo la tomba del Milite – l’Altare della Patria a Roma – è ancora il centro di tutte le solenni celebrazioni che riguardano la nazione, diventando nel tempo simbolo unitario di una rete di monumenti e simboli sparsi in tutto il territorio italiano sotto le più varie forme: statue, parchi e viali della Rimembranza, lapidi commemorative nei principali edifici pubblici e privati. Anche il territorio valdarnese, come San Giovanni e Cavriglia in cui si fa riferimento nel libro, ebbe i suoi caduti, i cui nomi sono inscritti sulla pietra o lungo i viali della rimembranza a ricordo e simbolo di una memoria comune.
“Perché ad un certo punto si sente il bisogno di creare dei memoriali?”, è questa la riflessione che emerge dall’introduzione scritta da Roberto Leali che apre il libro e che di fatto porta il lettore sul significato attuale della figura del Milite Ignoto. Ancora una volta si parla di quello che è accaduto ieri per comprendere l’oggi, anche attraverso le tante lapidi, monumenti e parchi della Rimembranza che sorsero in poco tempo, chiedendosi quale ruolo può rivestire questo patrimonio, su quali basi fondiamo la condivisione dei valori e soprattutto quali lezioni ci consegna la storia.