C’è ancora da attendere per conoscere il futuro dello stabilimento Bekaert di Figline. Al termine dell’incontro fissato per oggi l’azienda si è riservata ulteriori tre giorni prima di esprimersi su di fatto quella che è stata una richiesta unanime arrivata dal tavolo (in videoconferenza) al Mise: prorogare gli ammortizzatori sociali oltre al 4 maggio e dunque non procedere con i licenziamenti dei 120 lavoratori.
“Come Fiom Cgil rivendichiamo con orgoglio la correttezza di non aver siglato l’accordo sui licenziamenti del 24 febbraio scorso perché, come riportato dal Governo, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, come la cassa per Covid-19, non è mai legato ai licenziamenti – commenta Daniele Calosi, segretario generale Fiom Firenze – Noi siamo disponibili a firmare intese che prevedano strumenti utili alla reindustralizzazione del sito e al passaggio diretto, senza licenziamenti, dei lavoratori ancora in cassa integrazione. In caso contrario il soggetto che arriverà potrà scegliere se e chi assumere. E questo è inaccettabile. Al netto delle scelte di carattere politico istituzionale, la responsabilità principale in questa vicenda è dell’azienda che ha utilizzato ammortizzatori senza aver mai presentato, in 34 mesi, alcun piano di rilancio”.
“Ricordiamo che l’unico piano presentato al Governo, alle istituzioni locali e all’azienda che prevedeva il riassorbimento di tutti i lavoratori e la continuità della attività produttiva, è stato quello di Legacoop Toscana per conto della Cooperativa di lavoratori. Progetto che non è mai stato preso in considerazione dal tavolo nazionale e che ha portato allo scioglimento della Steelcoop Valdarno – prosegue Calosi – Se a quasi tre anni dall’inizio della vertenza stiamo ancora cercando una soluzione, lo dobbiamo solo alla determinazione dei lavoratori, della Fiom e della Cgil, che hanno avuto da sempre chiaro che l’unico obiettivo da perseguire era la rinascita di quel sito e il lavoro per tutti. A questi lavoratori, che si ritrovano alla vigilia del 1°maggio senza alcuna prospettiva occupazionale, oltre al rispetto dovremmo dedicare un monumento”.
In merito al confronto odierno, è intervenuto anche Alessandro Beccastrini, segretario Fim Cisl Toscana che, senza mezzi termini, ha dichiarato: “Siamo arrabbiatissimi”. “Ci rivedremo martedì 4 maggio – prosegue – ultimo giorno utile di cassa integrazione per i 120 dipendenti Bekaert rimasti, che sperano in un prolungamento per dare concretezza alla reindustrializzazione. Un altro rinvio, una sofferenza micidiale, tra ansia e preoccupazioni, che questi lavoratori e le loro famiglie davvero non meritano”.
“Siamo arrabbiatissimi, perché da quando l’azienda ha aperto la procedure di licenziamento, nel novembre 2020, le organizzazioni sindacali sono state lasciate solo a trovare le possibili soluzioni su tempi e modi della reindustrializzazione. Finalmente oggi si è riunito un tavolo di peso, con la presenza del viceministro Todde, cosa che finora era stata impossibile. Finalmente si è fatto chiarezza sui tempi della reindustrializzazione, che però sono medio lunghi; e questa non è una buona notizia. C’è comunque la possibilità, per facilitare questo percorso, di prolungare la cassa fino al 24 giugno, ma l’azienda si è presa tre giorni per valutare la risposta”.
L’appuntamento va quindi a martedì spiega Beccastrini, “a un’ora ancora da definire. L’ultimo giorno di ammortizzatori sociali. È terribilmente ingiusto per i lavoratori. Ed è mortificante anche per noi che da tre anni stiamo lottando con le unghie e con i denti per salvare questo presidio produttivo” conclude il segretario di Fim Cisl Toscana.