Diventare la prima “Doc” del vino italiana con un riferimento al bio in disciplinare. È stato questo il tema dell’incontro a cui ha partecipato a Roma il Consorzio del Valdarno di Sopra Doc è stato ricevuto a Roma dall’onorevole Patrizio La Pietra, sottosegretario per l’Agricoltura, la Sovranità alimentare e le Foreste, per valutare l’inserimento del biologico nel disciplinare della denominazione, come obiettivo strategico per l’Italia e la Toscana. Promotrice dell’incontro il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, e insieme a lei erano presenti il presidente del consorzio Luca Sanjust, il direttore Ettore Ciancico e il consigliere e presidente provinciale di Confagricoltura Carlo Bartolini Baldelli.
“Condivido l’obiettivo del Consorzio – afferma Chiassai Martini – per una svolta epocale nella produzione del vino, con l’utilizzo di uve da vigneti biologici per il vertice qualitativo della denominazione, sinonimo di grande attenzione all’agricoltura sostenibile, al territorio e al consumatore. Un impegno che abbiamo voluto riportare sul tavolo del Ministero competente, in maniera costruttiva, perché oltre ad essere un traguardo virtuoso, significherebbe diventare una realtà altamente strategica proponendo l’importanza di una visione biologica del vino all’interno di una denominazione, di cui saremmo i primi in Italia e in Toscana. Quello che serve è avere il coraggio e la determinazione di intraprendere questa strada, come del resto è già stato fatto con successo dalla DO Cava, il consorzio spagnolo che ha inserito l’obbligatorietà dell’utilizzo di uve da vigneti biologici per la produzione dei ‘Cavas de Guardia Superior’ nel suo disciplinare, senza ricevere alcun veto o restrizione dall’Europa”.
Il Consorzio del Valdarno di Sopra DOC sta lavorando da molti anni in questa direzione, coinvolgendo le proprie aziende, alcune rappresentative anche a livello internazionale “e tutte convinte che il futuro sia la tutela delle radici antiche, con una produzione biologica che preservi l’ambiente e il paesaggio come patrimonio culturale, ma anche come volano di uno sviluppo più sostenibile e in piena sinergia con altre iniziative del territorio come quelle del distretto rurale” aggiunge il sindaco di Montevarchi. “Territorio che considera primario il fattore di identità dei vini, della loro riconoscibilità e tracciabilità, dalla vite alla bottiglia, come richiesto dal consumatore. Crediamo che se sarà davvero ‘toscana’ e ‘del Valdarno’, in particolare, la prima DOC del vino con tutti i soci biologici e con le sue produzioni migliori biologiche per disciplinare, sarà motivo di orgoglio e di esempio positivo per tutto il nostro territorio e per la nostra comunità. Ora l’importante è non mollare – conclude Chiassai Martini- ma spingere, aggregare, per conseguire questo grande risultato per noi e per l’Italia”.
Al sottosegretario La Pietra, Luca Sanjust Presidente del Consorzio ha detto: “Vogliamo fare dei vini che portano il nome della vigna in etichetta il punto qualitativo più alto della denominazione. E questi non possono che essere biologici per disciplinare”.