Una notizia che arriva addosso come una doccia fredda. Se n’è andato all’età di 64 anni, spento da una brutta malattia, Paolo Rossi, il “Pablito” nazionale di quell’indimenticabile Mundial di Spagna ’82 vinto dalla Nazionale italiana allenata da Bearzot con i gol dell’attaccante toscano, capocannoniere del torneo.
Giocatore veloce e scattante, con il suo opportunismo e la sua rapidità ha saputo piegare le squadre più ostiche – come il Brasile in quella partita iconica durante il secondo turno eliminatorio dei Mondiali del 1982 definita in seguito dalla stampa verdeoro come la “tragedia del Sarrià”, finita 3 a 2 per l’Italia con una sua indimenticabile tripletta.
Partito da Prato, nella sua carriera Rossi ha vestito le maglie della Juve e del Como, prima di esplodere nel Lanerossi Vicenza allenato da Giovan Battista Fabbri che lo vide nel ’77-’78 capocannoniere in Serie A. Poi Perugia, la militanza nella Juve dal 1981 al 1985 (periodo in cui oltre al Pallone d’Oro dopo la vittoria del Mondiale e il premio di Giocatore dell’Anno vince 2 scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa dei Campioni), Milan e infine Verona.
Poi il ritiro e il suo rapporto stretto con il nostro territorio, diventando di fatto un valdarnese d’adozione visto che da anni ormai viveva nel Comune di Bucine, nel suo buen retiro della Val d’Ambra, insieme alla famiglia.