Partirà domani, alla volta dell’Accademia dei Georgofili, la pala di Ridolfo del Ghirlandaio recentemente recuperata dai professionisti Stefania Bracci, Lucia Bencistà e Giovanni Gualdani e di proprietà della Chiesa di Massa dei Sabbioni, nel Comune di Cavriglia. L’opera verrà esposta nell’ambito della raccolta dedicata alle “Fattorie di Santa Maria Nuova” al tempo dei Medici, mostra frutto della collaborazione fra la Fondazione di Santa Maria Nuova, l’Accademia dei Georgofili, l’Archivio di Stato e la Fondazione Osservatorio Ximeniano.
La fattoria di Massa dei Sabbioni con annessa chiesa parrocchiale di San Pietro entrò nelle cronache della storia fiorentina a partire dagli inizi del XVI secolo quando papa Leone X, con bolla del 1515, la inserì tra i beni dell’ospedale di Santa Maria Nuova. I possessi di questa fattoria erano molto vasti e comprendevano anche il borgo rurale di Colle dove si trovava anche una piccola chiesa dedicata a San Michele e quello delle Macie. Tuttavia, l’origine di Massa è molto più antica in quanto la Chiesa di San Pietro risultava, nel 1299, tra quelle dipendenti dalla Pieve di San Pancrazio, al pari di quella di San Michele in Colle.
Oggi Massa è un piccolo, caratteristico e panoramico borgo, sviluppatosi lungo la strada che conduce al Parco Naturale di Cavriglia. Quanto alla Chiesa, essa ha perso le sue originali forme architettoniche. Sulla facciata è pero possibile vedere un antico stemma, consunto dal tempo, che ci ricorda l’appartenenza di questo edificio all’ospedale di Santa Maria Nuova. All’interno dell’edificio si trova anche un bel reliquiario a muro di manifattura robbiana e l’olio su tela, recentemente restaurato, intitolato Il Miracolo della Neve della scuola di Matteo Rosselli (XVI –XVII secolo). In tal modo la pala sarà visibile ed apprezzabile da una platea di provenienza internazionale, portando lustro alla nostra terra.
Il giorno dell’inaugurazione dell’esposizione, prevista per il 18 gennaio, sarà l’occasione anche per far luce, con un vero e proprio workshop, sul patrimonio agricolo posseduto dall’Ospedale di Santa Maria Nuova dal 1400 al 1700, che vanta un’ampia documentazione ed in particolare i “Cabrei”, ovvero mappe descrittive di ben 22 fattorie, a testimonianza della vastità di un patrimonio che si estendeva dal Chianti, al Valdarno di Sopra, alla Valle di Staggia, al Mugello, Castelfiorentino ed il Casentino.
“Per l’amministrazione comunale e per la comunità da essa rappresentata, poter ammirare all’Accademia dei Georgofili tale pregevole dipinto recentemente recuperato, all’interno di una raccolta dedicata ai Cabrei delle Fattorie in epoca medicea e, maggiormente, in una cornice di così alto valore, è sicuramente motivo di orgoglio e soddisfazione e dimostra il valore del patrimonio artistico e culturale del Comune di Cavriglia è davvero importante e da riscoprire. Stiamo attuando una serie di progettualità che ci permetteranno progressivamente di ridare luce e visibilità alle innumerevoli opere custodite dal nostro straordinario territorio” – commentano il sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni e il vice sindaco e assessore alla Cultura Filippo Boni.