È andato in ristampa proprio in questi giorni il primo romanzo di Simone Innocenti – giornalista del Corriere Fiorentino – Vani d’ombra, per la Voland edizioni. Un romanzo forte, brutale e impietoso, scandito da un’ossessione feroce, quella del protagonista Michele Maestri, la cui infanzia è segnata da un episodio che non riuscirà più a scrollarsi di dosso. Vedere senza esser visti, un chiodo fisso, un assillo, un tormento. C’è l’incubo di un voyeurismo mai appagato nelle pagine di questo libro che vira su toni drammatici senza però che il dramma nudo e crudo si compia definitivamente.
Semmai sterza su una mania, quella per il bianco, inteso come cromatismo essenziale, che impregna di sé parole, gesti e pensieri di ogni personaggio. L’intreccio è avvincente, incentrato sull’idea di una fuga impossibile da se stessi, da quegli angoli bui che, come suggerisce il titolo, sono onnipresenti, e ingurgitano, divorano, l’esistenza di ognuno di noi. Una bella notizia, quindi, che un romanzo del genere sia stato scelto e approvato da un pubblico di lettori in costante crescita.