Dopo un’approfondita attività di indagine, è scattata la denuncia in stato di libertà da parte dei carabinieri della stazione di Levane nei confronti di un sessantenne di Montevarchi per l’uccisione di una piccola gattina. I fatti risalgono allo scorso gennaio, quando i militari dell’Arma levanesi hanno ricevuto la denuncia-querela da parte di una residente che aveva ritrovato la propria gattina di soli 7 mesi riversa per terra in fin di vita in una pozza di sangue. Inutile la corsa al pronto soccorso veterinario per cercare di salvare Luna, questo il nome dell’animale, ed estrarre dal corpo i pallini che l’avevano trafitta, uno di questi purtroppo aveva colpito in maniera fatale gli organi vitali della gatta adottata da poche settimane.
L’esame medico ha permesso di fare chiarezza sulla dinamica dell’accaduto: qualcuno nei dintorni aveva sparato all’animale con un’arma ad aria compressa. Un gesto inconcepibile per la padrona e assolutamente gratuito alla luce anche della palese inoffensività di una gattina di sette mesi. I carabinieri hanno così effettuato un sopralluogo sul posto del ritrovamento della micetta, ascoltando i possibili testimoni alla ricerca di informazioni utili e confrontandosi con un esperto per le valutazioni di carattere balistico.
Il quadro indiziario ha portato a ipotizzare la responsabilità di un uomo sui 60 anni, incensurato, che vive appunto nella zona e che in più circostanze aveva manifestato la propria insofferenza nei confronti degli animali, in senso lato. I carabinieri hanno così richiesto alla Procura di Arezzo di emettere un decreto di perquisizione e sequestro con l’obiettivo di rinvenire e sequestrare l’arma utilizzata per impallinare il gatto, sia per prevenire episodi analoghi in futuro con possibili conseguenze ancora più gravi come il ferimento accidentale di un passante o di un bambino.
Ottenuto quanto richiesto, nel pomeriggio di ieri i militari dell’Arma della stazione di Levano hanno dato esecuzione al mandato rinvenendo nella disponibilità dell’indiziato ben tre armi ad aria compressa di libera vendita – una carabina e due pistole – quindi legalmente detenute e potenzialmente compatibili con le ferite che hanno portato alla morte della gattina. Le armi sono state immediatamente sequestrate, unitamente a 4 bombolette di CO-2 utilizzate come propellente per i dardi mortali, andando a corroborare il già preciso quadro indiziario nei confronti dell’indagato.