Cavriglia piange la scomparsa di uno dei suoi concittadini più conosciuti, il 96enne Libero Cuccuini, per tutti Il Cuccule. Il sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni ha voluto ricordare così lo storico personaggio cavrigliese.
“Tutti gli uomini muoiono, ma la morte di alcuni ha più peso del monte Tai e la morte di altri è più leggera di una piuma”. Szuma Chien
Ci ha lasciato all’età di 96 anni Libero Cuccuini, per tutti noi cavrigliesi il Cuccule. Nei paesi, si sa, dietro ogni soprannome ci sono i “personaggi”. Quelli che tutti amano, quelli che lasciano un segno indelebile nella memoria di ognuno di noi. Da giovani lo aspettavamo quando rientrava dal lavoro. Era completamente ricoperto dalla polvere di pietra bianca residuo della lavorazione della cava di Grimoli. Sembrava un fantasma. Si’, perché il Cuccule dopo esser stato minatore, come molti da queste parti del resto, ha fatto anche il cavatore di pietre. Il suo fare frenetico, i tanti lavoretti, assieme alla sua vera passione, la terra, lo hanno fortificato nel fisico, nel cuore e nella mente. Quando non lavorava saliva in bicicletta. Fu uno dei precursori de L’Eroica, di cui è stato testimonial per molti anni. Spesso lo incontravi arrampicato, a più di ottant’anni, lungo la salita del Parco con la sua inseparabile vecchia “Bianchi”. Era inconfondibile, con la sua maglia di lana di Bartali e la sua bici con cambio su canna. Forgiato in miniera, il Cuccule ha sempre messo la sua incredibile energia anche a servizio della comunità.
Come tutti i vecchi cavrigliesi la domenica ed i giorni di festa iniziava a faticare all’alba, ma durante la giornata lo incontravi sempre con la sua Ape “Dragonvill”, magari all’ingresso della Sagra della Lumaca ad attaccare coccarde in cambio di un contributo per sostenere la sua USD Cavriglia. Amava anche l’arte, il Cuccule. Talmente lucido e lungimirante, ad ottant’anni suonati, da decidere di vendere la sua casa storica per costruirne una nuova. Per sentirsela più sua commissionò ad un’artista un dipinto che lo ritraesse insieme alla storica “Bianchi”. La bici d’altronde, incarna il mito dell’uomo libero. Un mito che il Cuccule ha saputo incarnare durante la sua lunga vita!”