“L’azienda fermi la procedura di licenziamento e passi agli ammortizzatori sociali”. È questo l’appello che le sigle sindacali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm unitamente a lavoratori e istituzioni hanno lanciato questa mattina dal presidio di fronte ai cancelli della ABB E-Mobility di San Giovanni.
Sul filo ci sono 33 lavoratori diretti. Ora si apre una fase di 75 giorni in cui i sindacati cercheranno di trovare un punto d’incontro con la multinazionale che ha deciso di ricorrere ai licenziamenti per far fronte a quelle che sono le conseguenze della crisi del settore della mobilità elettrica. “L’azienda ha ribadito, dopo averlo messo per iscritto, per loro la soluzione per questo problema è esclusivamente licenziamenti unilaterali – commenta Antonio Fascetto della Fiom – A nostro avviso non è questo il modo ai affrontare situazioni di crisi: l’azienda deve ritirare la procedura di licenziamenti e attivare gli ammortizzatori sociali. L’azienda ha tutti i requisiti per poterlo richiedere rimane solo la volontà di farlo”.
“Spero che l’azienda ci convochi – commenta Federica Montaghi di Uilm – Già l’anno scorso eravamo a parlare di lavoratori indiretti e somministrati mentre oggi la problematica riguarda 33 diretti, senza contare i contratti a termine che non verranno rinnovati. Vogliamo che si aprano gli ammortizzatori, è indecente che un’azienda come ABB E-Mobility parli di licenziamenti senza passare dalla ricerca di strumenti”.
“Abbiamo tempo 75 giorni per aprire una discussione e trovare un accordo sindacale – precisa Ilaria Paoletti, Fim Cisl – Si tratta di termini fissati per legge che vincolano anche l’azienda a prescindere dalla sua volontà su come gestire gli eventuali licenziamenti. Ricordiamo che ABB ha provveduto a comunicare l’avvio della procedura per pec alle organizzazioni sindacali, senza avvertire i diretti interessati. È chiaro che in questi 75 giorni dovranno servire per trovare soluzioni ma se non c’è la disponibilità l’azienda potrebbe ricorrere a licenziamenti unilaterali”.
Presenti anche le istituzioni del territorio, con la sindaca di San Giovanni Valentina Vadi, quello di Bucine Paolo Nannini, la sindaca di Montevarchi Silvia Chiassai Martini, il sindaco di Cavriglia, Leonardo Degli’Innocenti O Sanni. Inoltre, il consigliere regionale della Lega Casucci, Francesca Neri per la segreteria provinciale del Partito Democratico e gli esponenti di San Giovanni Civica, Lisa Vannelli e Daniele Marzi. “Questa situazione ci preoccupa molto – ha dichiarato Vadi – Io ho espresso la mia piena disponibilità nei confronti dei sindacati e dei lavoratori, oltre alla solidarietà nei confronti di chi è coinvolto. Questa mattina ho parlato con il consigliere alle crisi aziendali del presidente della Regione, Valerio Fabiani, che è già a conoscenza della situazione della ABB: abbiamo bisogno di capire qual è il piano industriale dell’azienda nel nostro territorio”.
Lisa Vannelli e Daniele Marzi del gruppo consiliare San Giovanni Civica, hanno chiesto un consiglio comunale aperto sulla vicenda: “Abbiamo presentato due mozioni, questa crisi l’abbiamo già vista su Terranuova e ora si sta ripresentando su San Giovanni. Chiediamo sia un tavolo istituzionale; sia un Consiglio aperto alla cittadinanza e ai lavoratori, per sostenerli. Noi avevamo già posto l’attenzione su ABB già in passato, e la politica è in netto ritardo; ma ora dobbiamo far sì che la politica si faccia carico di questa situazione”.