È stato un vero momento di leggerezza e spensieratezza, sospeso tra musica e colori, l’inaugurazione di questo pomeriggio della mostra del maestro Fuad Aziz “Nella corte di Scherazad” alla stamperia d’arte Edi-Grafica di Filippo Becattini a Firenze.
Nato ad Arbil, nel cuore del Kurdistan, nel 1951, Aziz è ben presto costretto all’esilio dalla politica dell’allora dittatore iracheno. Trasferitosi a Roma, è Firenze la città dove il maestro sceglie di vivere e formarsi artisticamente sotto la guida del grande Emilio Greco. Anni molto importanti durante i quali Fuad scopre ed entra a contatto con i tesori dell’arte italiana e mondiale, sperimentando tecniche e materiali diversi per la realizzazione delle sue opere, ma senza mai allontanarsi dalla sua cultura di origine. Nelle sue opere sono racchiusi gli antichi sapori mesopotamici, interpretati ed arricchiti da nuove forme e contenuti.
Nel vernissage di quest’oggi, iniziato intorno alle ore 18, Fuad ha esposto alcune tra le sue sculture, gouache e litografie, realizzate ispirandosi ai temi della festa, della gioia e della poesia. Una scelta non casuale quella dell’autore che nel corso dell’evento ha spiegato come in un momento storico così difficile, arido di empatia tra le persone, l’arte possa essere un importante messaggio di quei valori fondamentali per la vita di ogni essere umano: unità, condivisione, amore e fratellanza.