“Una decisione inopportuna, gravissima e intempestiva”. Ha commentato così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, gli ultimi aggiornamenti sulla vertenza Bekaert di Figline. Nella giornata di ieri l’azienda ha annunciato di aver riavviato la procedura di licenziamento collettivo che ad oggi vedono coinvolti 176 lavoratori. “Capiamo la logica procedurale dei 75 giorni dal termine degli ammortizzatori sociali – commenta il presidente – ma serve anche un clima giusto per trovare la soluzione finale a cui stiamo già lavorando”. Giani ricorda che “da anni si attendono decisioni per la reindustrializzazione del sito”, mentre è chiaro che “la proroga degli ammortizzatori resta essenziale per evitare una decisione che condanna il presente e il futuro di così tante famiglie”.
Il consigliere delegato al lavoro, Valerio Fabiani esprime “formale richiesta al Governo di dare seguito all’impegno assunto giorni fa di convocare rapidamente il tavolo nazionale per Bekaert”. Un impegno che lo stesso Fabiani aveva ricevuto direttamente dal Mise e di cui aveva dato notizia pubblica. Sul punto il consigliere di Giani non risparmia osservazioni anche all’azienda: “Per quanto sia nota la tempistica della scadenza della cosiddetta ‘cassa Covid’ – dice – ci saremmo aspettati cautela e correttezza prima di riavviare la procedura per i licenziamenti collettivi, visto l’annuncio dell’imminente convocazione del tavolo”. Infine Fabiani rivela: “Bekaert sa che c’è un lavoro in corso per dare certezze ai lavoratori e una nuova prospettiva industriale al sito. Fare precipitare la situazione è un errore”.
Dello stesso tenore il commento anche da parte di Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale toscano. Un atteggiamento definito “particolarmente grave” quello dell’azienda che ha fatto scattare la procedura di licenziamento “nonostante siano state avviate da parte della Regione varie azioni per definire, anche col ministero del lavoro, le possibili soluzioni. Di certo però questo gesto unilaterale ora deve avere una risposta dalle istituzioni. La prima è salvaguardare il salario dei lavoratori e il reddito delle loro famiglie attraverso tutti i possibili ammortizzatori sociali attivabili – prosegue Mazzeo – Poi, però, serve che si velocizzi la ricerca di risposte anche per l’avvenire produttivo della fabbrica e occupazionale dei lavoratori. Per questo credo che sia non più rinviabile un tavolo nazionale a cui assieme ai rapprsentanti dei dipendenti e a quelli dell’azienda siedano anche il governo nazionale e la Regione Toscana”.
“La prima visita istituzionale che ho fatto da Presidente – ricorda Mazzeo – è stata proprio alla Bekaert, e non semplicemente per portare la solidarietà e vicinanza mia e di tutto il Consiglio Regionale a chi sta lottando per salvare il proprio lavoro, ma soprattutto perché ritengo, e oggi ne sono ancora più convinto, che quella sia una vertenza emblematica sia di ciò che non si deve più fare sia di ciò che dobbiamo fare. Non possiamo più permettere che la concorrenza sleale e al ribasso in termini di salari e diritti dall’estero, magari anche dentro la nostra stessa Ue, porti via produzioni e occupazione dal nostro territorio. E nello stesso tempo dobbiamo rendere la Toscana ancora di più terra attraente per nuovi investimenti e nuovi investitori. Una necessità resa ancora più impellente dalla crisi economica innestata dalla pandemia. La politica italiana di fronte al Covid è stata unita nel dichiarare che né una azienda né un posto di lavoro dovranno andare perduti. Ora è il tempo di mantenere quell’impegno”.