Taglio del nastro in Palazzo Pretorio per “La terra di Figline e Incisa. 1387 -1901: capolavori restaurati”, la mostra allestita da Giovanni Serafini alla scoperta delle opere d’arte del territorio in larga parte restaurate dal Comune di Figline e Incisa Valdarno negli ultimi quarant’anni.
La mostra, che rimarrà aperta dal 20 novembre fino al 20 febbraio, vuole rendere omaggio alla comunità e ai luoghi di Figline e di Incisa, alla loro storia e ai suoi personaggi più illustri: c’è l’opera simbolo di Figline, che raffigura il protettore della città, San Romolo, intento nel sostenere un modellino della città. Ci sono i ritratti di alcuni “volti noti” (del territorio e non solo), come Raffaello Lambruschini e Giuseppe Verdi. E poi ci sono la Campana “di Palazzuolo”, l’Annunciazione del Cigoli, l’Ultima Cena di Vasari e altre 25 opere tutte da scoprire e ammirare.
Insieme al servizio comunale Cultura e Marketing del territorio, l’organizzazione generale della mostra è stata curata dall’associazione culturale Fund4art, e in particolare dalla sua presidente Francesca Merz, sotto la supervisione e con il coordinamento della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio e in particolare della Responsabile della tutela per il Comune di Figline e Incisa Valdarno, Maria Maugeri.
Le opere provengono da 13 luoghi (pubblici e privati) del territorio: Museo d’arte sacra dell’Oratorio del Crocifisso, Antica Spezieria-Villa di San Cerbone, Chiesa della Collegiata, Museo d’arte sacra della Collegiata, Convento Santissima Annunziata, Chiesa di San Francesco – Cappella del Chiostro, Sagrestia di San Romolo a Gaville, Fondazione Pratesi, Chiesa di San Pietro al Terreno (Brollo), Chiesa dei Santi Vito e Modesto (Loppiano), Suore Agostiniane di Santa Croce, Teatro comunale Garibaldi e Palazzo Pretorio. L’ingresso è libero, ma per gli over 12 sarà necessario esibire il green pass. Orari e giorni di apertura: sabato e domenica in orario 9-13 e 15-19; su prenotazione, visite guidate riservate a gruppi (almeno 10 persone) e scuole (alle quali sono riservati anche laboratori tematici) scrivendo a cultura@comunefiv.it. La mostra rimarrà invece chiusa il 25 dicembre e il 1° gennaio.
Non solo opere in mostra ma anche attività collaterali, per scoprire i capolavori un po’ più da vicino e approfondire la loro storia e il loro legame con il territorio durante i mesi di apertura. Si parte il 30 novembre, con la cerimonia di consegna del Premio Bambagella, massima onorificenza del Comune, a un cittadino che si è particolarmente distinto per le sue attività. Nel corso della serata, oltre alla visita guidata alla mostra, per aiutare il visitatore a comprendere meglio il contesto e la loro storia, è prevista anche la proiezione di due video-interviste, che avranno come protagonisti due cittadini figlinesi pronti a raccontare, ciascuno nella sua specificità, memorie e ricordi, più o meno personali, legati alle opere, alla loro collocazione e ai loro restauri.
L’appuntamento successivo, organizzato in collaborazione con il Sistema Museale Chianti Valdarno, è fissato per il 16 dicembre, quando è in programma una mattinata di studio (per addetti ai lavori o appassionati) sulle opportunità e sulle sfide degli enti locali nella gestione, nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale locale. Insieme alla sezione Soci Unicoop Valdarno Fiorentino, sponsor della mostra, sono invece in calendario due incontri/lezione che includeranno visita guidata alla mostra, a cura della dott.ssa Daniela Matteini. L’appuntamento è fissato il 15 gennaio e il 12 febbraio alle 17. E saranno sempre un incontro e una visita guidata a chiudere la mostra, nella giornata di finissage, fissato per il 19 febbraio insieme a esperti di arte che, negli anni, hanno curato mostre di grande importanza a Figline e pronti a raccontare 40 anni di mostre nella nostra città.