Al centro dei loro colpi c’erano furgoni e carroattrezzi, ma al termine di una certosina attività di indagine i carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno sono riusciti a disarticolare una banda dedita al furto di mezzi pesanti e commerciali attiva in tutta la Toscana.
I miitari valdarnesi sono entrati in azione poco dopo la metà di febbraio, quando nel giro di pochi giorni in provincia di Arezzo era stato denunciato il furto di alcuni furgoni e di un carroattrezzi, oltre che il tentato furto di un altro carroattrezzi. In quello stesso periodo erano stati registrati anche alcuni furti in banca; quindi la prima pista seguita dai carabinieri era che i mezzi rubati potessero essere ricollegati a questi episodi messi a segno da un’eventuale banda specializzata nella cosiddetta tecnica della “spaccata”.
L’ipotesi però non si è rivelata giusta, ma gli approfondimenti effettuati dai militari sangiovannesi ha permesso di appurare che il furto dei veicoli fosse stato commesso da una banda proveniente dal sud Italia. La svolta nelle indagini è arrivata con l’individuazione della macchina utilizzata dai malfattori per recarsi sul luogo del furto e poi scappare a operazione conclusa. Gli accertamenti sugli utilizzatori della vettura ha consentito agli investigatori di concentrare i propri sforzi sulla provincia di Palermo. Il complesso delle attività investigative ha così consentito di arricchire il quadro indiziario, anche su svariati altri colpi: tutti accomunati dal medesimo modus operandi e tutti aventi ad oggetto la stessa tipologia di veicoli.
Dopo aver identificato i due principali sospettati, nei giorni scorsi ecco le due principali svolte investigative: in prima battuta, i carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno, avendo avuto contezza della presenza della banda in Toscana, li hanno monitorati a distanza, per poi intervenire, a sera, al porto di Livorno, dove sono riusciti a bloccare due componenti del gruppo – ma nell’occasione almeno un terzo soggetto riusciva a darsi alla fuga, approfittando della confusione dell’imbarco livornese – due palermitani di 30 e 40 anni, gravati da svariati precedenti di polizia per delitti di analoga entità. I due si stavano proprio in quel momento imbarcando per fare rientro a Palermo, non prima di aver caricato a bordo anche due furgoni Iveco Daily e due carroattrezzi, rubati nei giorni precedenti tra Signa, Livorno e Pisa. I mezzi erano per altro stati muniti di targhe, centraline e carte di circolazione atte a dissimularne la provenienza furtiva, tutti venivano restituiti ai legittimi proprietari.
Le indagini non si sono però fermate, nell’intento di identificare il terzo correo. Grande era il sospetto che la banda si fosse avvalsa di almeno un basista capace di muoversi con disinvoltura in Toscana e d i sospetti si erano concentrati su un soggetto originario dell’aretino, ma da tempo trasferitosi in Sicilia dove, per l’appunto, era noto per essere coinvolto in attività illecite proprio insieme ai due soggetti identificati al porto di Livorno.
Lo step successivo è stato richiedere e ottenere un decreto di perquisizione locale e personale, finalizzato a reperire ulteriori tracce del reato. Una volta ottenuto il decreto dalla Procura della Repubblica di Arezzo, gli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile di Corso Italia sono volati a Palermo, dove, col supporto dei colleghi del luogo, hanno dato esecuzione alle perquisizioni, che hanno interessato i quartieri di Borgo Nuovo e di Uditore. Interventi che hanno avuto gli esiti sperati in quanto i militari dell’Arma hanno rinvenuto una vasta gamma di strumentazioni utili ad aprire ed avviare i motori dei mezzi da rubare. Inoltre, è stato trovato un ulteriore veicolo rubato proprio in Provincia di Arezzo, in una rimessa nella disponibilità proprio del presunto basista aretino. L’uomo, date le evidenze del quadro indiziario, è stato deferito in stato di libertà per ricettazione del furgone rubato.