Un riconoscimento che ha fatto luce su due casi. È di Claudio Bindi, l’uomo di Piandiscò di cui si sono perse le tracce da circa un mese, il corpo ritrovato nel pomeriggio di ieri in un anfratto nelle campagne di Figline. I familiari di Bindi lo hanno riconosciuto dagli abiti, gli stessi indossati al momento dell’allontanamento da casa. Il cadavere era stato trasferito all’Istituto di Medicina Legale di Firenze, dove si procederà ora all’autopsia per determinare le cause del decesso.
Si conclude dunque così una vicenda iniziata lo scorso 4 marzo. Un sabato, giorno che l’uomo aveva scelto per andare a farsi i capelli. In realtà Bindi dal barbiere non è mai passato: non vedendolo rientrare a casa in serata la famiglia ha iniziato a preoccuparsi, denunciandone la scomparsa il mattino successivo ai carabinieri. Sono partite così le ricerche del 62enne, avvistato l’ultima volta tra Faella e Vaggio. Poi più nulla, irraggiungibile anche al telefono. L’angoscia della scomparsa ha portato la famiglia a rivolgersi anche alla trasmissione Rai “Chi l’ha visto?”, nell’estremo tentativo di ritrovarlo.
I fatti ci portano infine alla giornata di ieri, quando una coppia mentre passeggiava nelle campagne tra il Brollo e il Poggio alla Croce è stata allertata da un forte odore proveniente da una zona particolarmente impervia del bosco. I soccorsi e le forze dell’ordine hanno ritrovato il corpo di un uomo, irriconoscibile e senza documenti. Un uomo senza nome, fino a oggi.