“Ho preso atto delle dimissioni del vice sindaco Raspini, cioè di colui che con il famoso apparentamento ha consentito al sindaco Mugnai di vincere, per una manciata di voti, le elezioni comunali, di colui che si era reso garante di un cambio di passo rispetto ai cinque anni precedenti, di colui che – sue parole – avrebbe dato una svolta al governo del territorio. Alla domanda se davvero Raspini abbia politicamente rappresentato quanto si era prefissato di rappresentare, sarei indotto a dare una risposta negativa vedendo la lentezza con cui l’amministrazione si è mossa in questi quattro mesi, in perfetta continuità con i cinque anni precedenti, ma al di là di ciò e’ certo che le sue dimissioni imprimano un ritorno a quel passato politico e amministrativo che i cittadini vivevano come un incubo per il futuro, costringendo, a giugno scorso, un PD probabilmente perdente al famoso apparentamento”.
“Tralasciando i reali motivi di detta legittima scelta del vice sindaco, dobbiamo prendere atto che sul nostro territorio si è verificato un fatto politicamente assai significativo, in quanto la maggioranza ha perso per strada una stampella fondamentale, colui che aveva consentito al PD di uscire vittorioso alle scorse elezioni, perdita che impone alla maggioranza medesima di operare l’unica scelta che sarebbe rispettosa della volontà popolare: il ritorno alle urne. Se ciò non fosse, saremmo costretti a prendere atto, e Dio non voglia, di un disinteresse totale da parte del partito di riferimento del Sindaco e del Sindaco stesso, rispetto alla volontà del corpo elettorale. Da alcuni anni sport nazionale che peraltro si spera non sia praticato sul nostro territorio” conclude Pittori.
