“Rischiamo di non essere in grado di mantenere il servizio rispettando i parametri regionali”. È questo l’appello riguardo la carenza di personale infermieristico che arriva dalla Asp Masaccio di San Giovanni Valdarno. Una situazione che non riguarda solo la struttura valdarnese, ma diffusa sia a livello toscano che nazionale: l’emergenza sanitaria da Covid-19 negli ultimi mesi ha portato infatti le aziende sanitarie a una massiccia assunzione di personale infermieristico, rischiando così di svuotare le residenze assistenziali.
Attualmente nella Asp Masaccio sono cinque gli infermieri a disposizione, oltre agli oss. “È una problematica con cui molte Asp si ritrovano a dover fare i conti a livello nazionale – spiega la direttrice della struttura, Anna Bigazzi – Dal 2019 avevamo a disposizione anche un infermiere di notte, una figura non obbligatoria ma il cui inserimento era stato voluto fortissimamente. Dovendo fare i conti con questa carenza di personale, abbiamo dovuto temporaneamente sospenderlo per garantire i giusti numeri per il servizio diurno, una soluzione condivisa anche con i parenti dei nostri ospiti. Abbiamo trovato così un equilibrio durante la seconda parte della pandemia, con il personale infermieristico e oss che ha sempre garantito l’assistenza, ma da fine luglio rischiamo di non esserne più in grado dato che perderemo altri tre infermieri”.
“La pandemia ha generato un’emergenza che nessuno si aspettava – spiega il presidente della Masaccio, Paolo Bielli – La mancanza di personale infermieristico ha portato all’organizzazione di nuovi concorsi, il conferimento di incarichi a termine e la riapertura di vecchie graduatorie da parte del servizio sanitario nazionale, portando a un improvviso calo di personale nelle Rsa. Una situazione già evidenziata negli scorsi mesi anche dal coordinamento dei gestori delle Rsa toscane, l’auspicio è che la situazione migliori e che ci siano maggiori professionisti di nuovo a disposizione”.
A tal proposito, nel frattempo, la Regione Toscana, ha diramato un’apposita ordinanza che consente il supporto temporaneo da parte del personale Asl alle residenze assistite. Il documento consente temporaneamente la stipula di convenzioni della durata di massimo cinquanta giorni tra l’Asl e le Rsa e quindi di scongiurare il rischio di chiusure. Un provvedimento che, come illustrato dall’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli e il presidente Eugenio Giani, va a intervenire “solo nelle Rsa dove, per carenza di infermieri, si renderebbe inevitabile l’interruzione delle attività”.
Questa misura, di carattere temporaneo, segue un altro provvedimento, varato nei gironi scorsi: un avviso pubblico da Estar (l’Ente di Supporto Tecnico Amministrativo Regionale) finalizzato alla costituzione di elenchi di personale infermieristico, da assumere a tempo indeterminato o determinato nelle Rsa private che operano nell’ambito del servizio sanitario regionale. “Grazie a questo avviso – hanno dichiarato Giani e Spinelli – speriamo di poter avere un incremento di personale infermieristico stabilizzato, e quindi di cominciare a dare una risposta più strutturata a questo deficit. Auspichiamo, inoltre, che le prossime sessioni di laurea possano contribuire a uscire definitivamente dall’emergenza”.