Si è svolto quest’oggi, convocato dalla Regione Toscana, l’incontro per fare il punto sull’assunzione dei 60 lavoratori Bekaert in Laika. Presenti alla riunione le aziende Laika e Bekaert, l’advisor Sernet, le organizzazioni sindacali territoriali e l’Amministrazione comunale di Figline e Incisa. Nei giorni scorsi i lavoratori Bekaert ancora in cassa integrazione hanno ricevuto l’informativa sull’accordo attraverso le assemblee sindacali e a seguito del confronto odierno, in accordo con i soggetti presenti, al fine di garantire la massima trasparenza, anche i centri per l’impiego della Regione Toscana e la direzione aziendale di Bekaert si attiveranno per fornire le informazioni necessarie a tutti i lavoratori. Il tavolo si riunirà periodicamente per monitorare l’attuazione dell’accordo. Il prossimo incontro è previsto il 15 gennaio.
A margine dell’incontro i Segretari Generali territoriali di Fim e Fiom, Alessandro Beccastrini e Daniele Calosi, hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta: “L’assunzione da parte di Laika di 60 lavoratori Bekaert è frutto di un lavoro sindacale realizzato con la direzione di Laika, Regione Toscana e i comuni interessati. Una soluzione parziale, trovata grazie al sistema di relazioni del territorio e non per merito di Bekaert o dei soggetti da lei scelti per lavorare alla reindustrializzazione del sito e alla rioccupazione dei lavoratori”.
“Adesso è il momento che chi deve giocare un ruolo mai svolto lo faccia fino in fondo. Il sindacato ha dimostrato di non stare con le mani in mano. Affinché quel sito venga reindustrializzato e dia le risposte ai 116 lavoratori ancora in ammortizzatore, mancano all’appello il Governo e Bekaert. Torniamo quindi a chiedere una urgente convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico – proseguono Calosi e Beccastrini – Ad oltre due anni e mezzo dall’annuncio della chiusura del sito di Figline gli unici elementi di sostegno alla vertenza sono arrivati dal sindacato e dalle istituzioni locali, ora tocca ad azienda e Governo trovare una soluzione da troppo tempo attesa, poiché in caso contrario il 9 marzo i lavoratori ancora in cassa integrazione saranno licenziati. E se ciò avverrà saranno chiare le responsabilità”.