Una proposta a tutela non solo dell’occupazione dello stabilimento Bekaert di Figline, ma anche di tutte quelle realtà che vivono situazioni analoghe a quella del sito valdarnese. È un testo su tre punti quello redatto e presentato questa mattina dai segretari di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uil, lo stesso che verrà portato domani sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico all’attenzione del Ministro Luigi Di Maio.
Entrando nello specifico della proposta, nel primo articolo in sostanza viene richiesto per la tutela dei lavoratori figlinesi il ripristino della causale per Cassa Integrazione straordinaria “Crisi per cessazione, anche parziale, di attività” con durata di 12 mesi e con decorrenza dal 1 agosto 2018, che di fatto consentirebbe di avere il tempo necessario per gestire la crisi ed evitare i licenziamenti tout court, favorendo il confronto tra le parti per una reindustrializzazione del sito ed una gestione del personale.
Con il secondo, invece, è richiesto l’intervento tramite decreto del Ministero dello Sviluppo Economico (nel caso in cui l’azienda non voglia intraprendere una trattativa con le organizzazioni sindacali e le RSU per favorire un incontro tra le parti che porti ad una reindustrializzazione del sito e alla prosecuzione dell’attività lavorativa) per sospendere la procedura di chiusura dal giorno dell’incontro al Ministero e fino alla fine del dodicesimo mese successivo a tale data e applicare d’ufficio la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per Crisi dalla data dell’incontro e per 12 mesi.
Il terzo e ultimo articolo riguarda la cessazione, anche parziale, dell’attività per delocalizzazione per la quale i sindacati hanno ipotizzato un obbligo per legge per le aziende di preavvisare le organizzazioni sindacali e le RSU almeno 12 mesi prima, come previsto in altri paesi europei. Uno scenario che, “viste le modifiche agli ammortizzatori sociali e alle leggi sul lavoro, permetterebbe un tempo maggiore per reindustrializzare e per gestire il personale” si legge nel testo.
La proposta chiude con due note che specificano come “le coperture finanziarie” per il decreto “sussistono perché le aziende sopra 15 dipendenti trattengono dalla busta paga a tutti i dipendenti il contributo CIGS pari allo 0.30% che poi viene versato all’Inps e che serve ad alimentare da molte decine di anni la CIGS stessa”. Inoltre, “nella previsione che sia il Mise a concedere l’ammortizzatore, come previsto al punto 2, potrebbe essere semplicemente adeguata la dotazione del fondo previsto dall’articolo 4 del Decreto del Ministero del Lavoro n° 95075”.