Acque torbide e oleose nel torrente Resco, nella zona di Cascia, causate da un frantoio della zona che sversava le acque di lavaggio delle attrezzature nelle caditoie di drenaggio delle acque meteoriche e da lì raggiungevano il fiume senza alcun trattamento. Il tutto risale alla giornata di sabato, quando una cittadina ha notato e segnalato la presenza di acque sporche nel Resco alla Polizia Municipale di Reggello.
Immediata l’allerta di Arpat che, a seguito di un sopralluogo dei suoi tecnici, nel pomeriggio ha individuato un condotto che all’altezza dell’abitato della frazione di Cascia scaricava sotto la sponda del torrente le acque inquinate, sottoposte a campionamento per identificarne la natura. Le indagini sono proseguite lunedì mattina, in collaborazione con la Polizia Municipale e Publiacqua, lo scarico era ancora attivo e le acque apparivano luride e visibilmente inquinate da residui oleosi. Dai controlli si è potuto appurare che il condotto fosse il terminale della rete fognaria delle acque meteoriche gestita dal Comune, il cui ultimo tratto funziona anche da recapito di uno scaricatore di piena della fognatura dei reflui urbani gestita da Publiacqua.
La presenza di un flusso continuo di acque di scarico in quel condotto segnalava un’evidente anomalia, essendo le precipitazioni assenti da diversi giorni. “In effetti era presente un intasamento del condotto fognario di Publiacqua che provocava la fuoriuscita dei reflui urbani dallo scaricatore di piena – precisa Arpat – Per questo Publiacqua si è immediatamente attivata per far intervenire un mezzo per stasare la condotta. Le verifiche attuate hanno però evidenziato anche un afflusso anomalo di acque dalla rete delle meteoriche la cui provenienza è stata rintracciata, risalendo la condotta di pozzetto in pozzetto, dal piazzale di un frantoio, nello stesso abitato di Cascia nel quale era in corso un’attività di pulizia delle attrezzature a conclusione della campagna olearia”.
Un’attività di carattere irregolare in quanto le acque di lavaggio delle attrezzature sono considerate a tutti gli effetti un refluo industriale che non può essere scaricato senza una specifica autorizzazione, concessione di cui appunto il frantoio era sprovvisto. “In generale questo tipo di acque non possono essere sversate nei condotti delle acque meteoriche perché necessitano di un adeguato trattamento di depurazione” fanno sapere da Arpat, che aggiungono come siano “ancora in corso le attività analitiche dei campioni raccolti e quelle di conclusione dell’ispezione al frantoio, necessarie per la definizione del quadro sanzionatorio e delle proposte di provvedimenti alle autorità competenti”.