Bisognerà attendere la pubblicazione del decreto per il ripristino della cassa integrazione per cessazione sulla Gazzetta Ufficiale, poi si potrà discutere delle prospettive per il futuro dello stabilimento figlinese. Questo, in sostanza, è quanto emerso dall’incontro svoltosi quest’oggi al Ministero dello Sviluppo Economico, nell’incontro fra le istituzioni, i sindacati, i dipendenti della Bekaert ed i rappresentanti della multinazionale belga.
Attorno al tavolo si sono riuniti il vicecapo Gabinetto del Mise, Giorgio Sorial, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ed il consigliere Gianfranco Simoncini, l’advisor di Sernet nominato da Bekaert per l’attuazione del piano sociale di dismissione della fabbrica, la Sindaca di Figline e Incisa Giulia Mugnai insieme alle sigle sindacali e a circa 180 lavoratori che hanno raggiunto Roma questa mattina.
La posizione dell’azienda è chiara: piena disponibilità al confronto in maniera attiva con tutte le parti coinvolte per poter avviare una reindustrializzazione del sito ed un ricollocamento dei dipendenti, prima però è necessario che il testo del decreto urgenze venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica. Solo a quel punto sarà possibile riconvocare un nuovo tavolo al Ministero e discutere un accordo, che naturalmente dovrà essere raggiunto entro il 3 di ottobre (ultimo giorno della procedura di chiusura dello stabilimento).
“Usciamo dall’incontro di oggi con la rassicurazione, da parte del Governo, dell’introduzione della Cassa Integrazione, tramite il decreto di cui si è tanto parlato nei giorni scorsi – ha dichiarato la Sindaca Giulia Mugnai – Riaggiorneremo questo tavolo una volta che quel decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che, quindi, se ne potrà leggere il testo e se ne potranno conoscere i contenuti, che serviranno a noi e all’azienda per capire in che modo avviare gli ammortizzatori sociali. È fondamentale che tutto avvenga prima del 3 ottobre, termine ultimo per evitare i licenziamenti e per garantire ai lavoratori di rimanere dipendenti Bekaert”.
“A quel punto, avremo un anno di tempo per continuare parlare di reindustrializzazione con soggetti credibili e capaci di mantenere produttivo lo stabilimento sul nostro territorio – conclude il primo cittadino – Quei 318 posti di lavoro devono restare in Valdarno, per i dipendenti di oggi e per quelli futuri, per evitare che, a fine ammortizzatori, si crei un deserto sociale nel nostro territorio”.